LA STORIA
Tra il Fiume Fiastra e il suo affluente Entogge, c’è un piccolo gioiello che spunta silenzioso da una collina: è Urbisaglia, borgo medievale che abbraccia tutta la vallata circostante, dal mare ai Monti Sibillini.
Una città dalle mille storie che aspettano solo di essere scoperte e ascoltate.
Città della V Regio Augustea, l’antica Urbs Salvia si trovava all’incrocio di due importanti strade: quella che univa Firmum (Fermo) a Septempeda (San Severino Marche) e Ricina (Macerata) ad Asculum (Ascoli Piceno).
In epoca romana fu prima municipio e poi colonia. E qui nacquero anche importanti personaggi dell’impero che contribuirono a ornarla con monumenti di cui ancora oggi è possibile apprezzare i resti.
Nella prima metà del V sec. fu distrutta dai Visigoti. Ce ne parla anche Dante nel XVI canto del Paradiso:
Se tu riguardi Luni ed Urbisaglia
come sono ite e cie se ne vanno
di retro ad esse Chiusi e Senigallia
Udir come le schiatte si disfanno
non ti parrà nova cosa né forte
poscia che le cittadi termine hanno.
Dopo questa invasione Urbisaglia costruì quello che oggi è il suo simbolo più famoso: la Rocca. A forma di trapezio con quattro torri angolari e un mastio, oggi è testimonianza dell’elevato valore culturale della città.